Dopo più di 2 anni è diventato finalmente legge il Ddl Concorrenza che avrà effetto a partire da luglio 2019 quando i clienti residenziali entreranno sul mercato libero e dovranno scegliere il proprio fornitore di energia elettrica. La conseguenza di tale decreto sarà la liberalizzazione del mercato con nuove opportunità per gli operatori già esistenti e per i nuovi entranti, non senza zone di ombra però ancora da chiarire. Si rende perciò necessaria una partecipazione attiva da parte del regolatore al fine di garantire pluralità ed equità nonché un corretto passaggio dal mercato regolato a quello libero.
Un primo quesito da affrontare è quello riguardante la scelta: saranno i clienti finali a decidere a quale società di vendita rivolgersi o qualcun altro sceglierà per loro indirizzandoli in base a certi parametri? La strada più battuta al momento sembra essere quella delle aste sul parco clienti residuale in grado di garantire da una parte un trattamento economico competitivo rispetto ad un passaggio automatico, dall’altra una parità dei costi di acquisizione del cliente.
Un altro aspetto non di poco conto riguarda la modalità di mantenimento del cliente dato che già adesso il tasso di abbandono supera il 20%, in alcuni casi anche il 30%. Tale problematica deriva dalla natura del mercato caratterizzato dalla presenza di un numero sempre maggiore di nuovi entranti che, individuando opportunità interessanti, spingono molto sull’aspetto marketing e commerciale con conseguente impatto sui margini e una maggiore attenzione ai costi. Per attirare il cliente il prezzo viene abbassato e la qualità del servizio non può che diminuire determinando in tal modo un elevato tasso di abbandono. Diverse sono state le soluzioni ipotizzate attraverso le quali far fronte al problema appena esposto:
Fonte: Quotidiano Energia